Finalità del documento
Il legislatore ha così cercato di dare all’Italia delle regole sull’intelligenza artificiale chiare e, soprattutto, pienamente in armonia con il cosiddetto AI ACT (Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale), in vigore dal 2024.
L’obiettivo comune tra disposizioni italiane ed europee è quello di migliorare le tutele per ogni categoria di utente, soprattutto per gli utenti deboli, rispetto ai rischi di abusi nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per fini professionali, commerciali o economici.
Principi
La legge stabilisce in modo netto alcuni dei più importanti principi ai quali devono adeguarsi la ricerca, la progettazione e l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale:
- rispetto di libertà e diritti fondamentali fissati dalla Costituzione, dal diritto europeo;
- protezione e riservatezza dei dati personali;
- non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità;
- tutela della democrazia, della sovranità dello Stato e protezione del dibattito democratico da ogni interferenza illecita;
- piena parità di accesso per persone con disabilità;
- necessità di consenso espresso all’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale, da parte dei genitori di minori al di sotto di 14 anni di età.
Gli strumenti di intelligenza artificiale dovranno inoltre essere costruiti e immessi sul mercato nel rispetto dell’autonomia decisionale e di pensiero dell’intervento umano.
I fornitori di servizi di intelligenza artificiale dovranno quindi:
- offrire specifiche garanzie sulla presenza di sorveglianza e intervento “umani” nel funzionamento degli applicativi e
- garantire che i servizi offerti non influenzino illecitamente il dibattito politico.
Disposizioni specifiche per particolari settori
Vi sono, inoltre, disposizioni specifiche in relazione all’impiego di sistemi di intelligenza artificiale in determinati settori come il settore sanitario, la ricerca scientifica, il mondo del lavoro, le professioni intellettuali, la pubblica amministrazione e la giustizia.
Il principale tratto comune, che unisce tutte le disposizioni introdotte con la legge n. 132/2025 per ogni specifica materia, è il diritto dell’utente ad essere informato sull’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale. Perciò, chi intende avvalersi di tali applicativi è obbligato a comunicare tale circostanza agli utenti in modo trasparente, chiaro e semplice.
Autorità competenti
La legge n. 132/2025 individua 2 autorità competenti a sorvegliare e monitorare particolari utilizzi di strumenti di intelligenza artificiale.
L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) avrà l’importante incarico, tra l’altro, di accreditare e controllare i soggetti a cui sarà dato il compito di verificare che i sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio (cioè quelli particolarmente delicati per materia o utenza).
L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) vigilerà direttamente sui sistemi di intelligenza artificiale, con poteri di ispezione e sanzione in caso di inosservanza delle regole.
Entrambe le autorità realizzeranno per il nostro Paese la Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, d’intesa con il Dipartimento per la trasformazione digitale.
Per saperne di più
Il testo ufficiale della legge n. 132/2025 è reperibile sul portale Normattiva.
Il testo ufficiale in lingua italiana del Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (IA Act) è reperibile dal seguente link.