Di seguito, in sintesi, i dati rilevanti del Rapporto:
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i dispositivi elettronici più utilizzati dagli italiani sono: lo smartphone (90,9%); il laptop (77,6%); la smart TV (76,1%). Giù dal podio, si segnalano ancora per la loro “vitalità” il telefono fisso (66%) e la TV tradizionale (56,1%)
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90 italiani su 100 accedono a internet ogni giorno e un italiano su quattro si collega per periodi tra le 4 e le 6 ore al giorno; il 12,8%, addirittura, più di 8 ore
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si polarizzano sempre più le motivazioni legate all’uso del web: prevale il ricorso alla rete per l’informazione e dilaga il commercio online: la percentuale di acquirenti da negozi di e-commerce ha superato quella di coloro che utilizzano la rete per comunicare con genitori e parenti, soprattutto tra giovani adulti ed adulti;
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la grande maggioranza dei genitori impone limiti all’utilizzo di internet da parte dei propri figli: solo il 4,9% degli intervistati ha espresso contrarietà al vincolare la fruizione del web da parte dei minori. Nella maggioranza dei casi, i limiti sono imposti per argomento (cioè il genitore impedisce al figlio l’utilizzo di determinati contenuti, siti o piattaforme) o per orario (in questo caso, è vietato l’utilizzo della rete in certe fasce orarie o per lunghi periodi di tempo)
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Con riferimento al livello di preoccupazione per diversi contenuti e attività fonti di rischio su tutti i mezzi di comunicazione, si evidenzia un livello più alto nei confronti di fattori di rischio legati alla diffusione di contenuti negativi per la sfera individuale (contenuti sessuali non desiderati o che incoraggiano disturbi alimentari, consumo smodato di alcol, tabacco e di sostanze stupefacenti), collettiva (cyberbullismo, revenge porn, sfide social) e sociale (disinformazione, hate speech) rispetto a contenuti non protetti da diritti d’autore o riguardanti il gioco d’azzardo. Se piu di 8 italiani su 10 si dichiarano genericamente preoccupati per i diversi contenuti e attivita fonti di rischio, piu di 4 su dieci si dichiarano invece molto preoccupati per hate speech, contenuti illegali di diverso tipo, sfide social, cyberbullismo e disinformazione (fonte: AGCOM). Desta forte preoccupazione la circostanza che i maggiori timori siano espressi dagli anziani e non dai più giovani.
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I giovani adulti e i minorenni si imbattono frequentemente in tutti i tipi di contenuti o attività potenzialmente fattori di rischio, in maniera superiore alla media. La disinformazione e l’hate speech rappresentano invece l’unico genere di contenuti analizzati per cui l’aumento del livello di preoccupazione degli utenti è associato a una diretta esposizione al fenomeno
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La maggior parte dei cittadini ripone un qualche livello di fiducia nelle capacità di differenti attori sociali ed economici di tutelare gli utenti e impegnarsi a favorire un utilizzo critico e consapevole dei mezzi di comunicazione. Tra i minorenni la quota di individui che si fidano molto della capacità di scuola, istituzioni e altri soggetti di tutelare gli utenti e impegnarsi a favorire un utilizzo critico e consapevole dei mezzi di comunicazione è minoritaria ma comunque superiore alla media.
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Più della metà della popolazione italiana di età uguale o superiore ai 14 anni è a conoscenza del ruolo degli algoritmi di raccomandazione dei contenuti nel funzionamento delle principali piattaforme online, con un livello di consapevolezza superiore alla media per i giovani adulti e nettamente inferiore alla media per gli anziani.
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Quasi un terzo della popolazione italiana di età uguale o superiore ai 14 anni non possiede alcun grado di alfabetizzazione algoritmica, non essendo neppure consapevole dei meccanismi algoritmici alla base del funzionamento delle piattaforme online. Il 64,6% della popolazione uguale o superiore ai 14 anni ha un livello nullo o scarso di alfabetizzazione algoritmica.
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Tra i grandi minori la quota di individui con ottimo livello di alfabetizzazione algoritmica (10,7%) supera di poco la media generale, a testimonianza quindi del fatto che questa categoria di utenti dispone un know-how non particolarmente superiore a quello della restante popolazione.
Gli esiti della ricerca enfatizzano la forte necessità di un rinnovato impegno, da parte delle istituzioni preposte, per mettere in campo progetti specifici in materia di alfabetizzazione digitale e mediatica, al fine di far dare ai cittadini gli strumenti utili per prevenire ed affrontare i pericoli del web.